LA SCOLIOSI

La scoliosi è una deviazione morfologica tridimensionale della colonna vertebrale, non modificabile volontariamente, che può mostrare un evoluzione durante l’accrescimento.

DISTINGUAMO DUE TIPOLOGIE DI SCOLIOSI:

  • ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO
  • SCOLIOSI STRUTTURATA

ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO:

Quando si parla di “atteggiamento scoliotico”, si parla di una forma di paramorfismo, ovvero una situazione ancora reversibile, in cui non si manifesta una rotazione dei corpi vertebrali. Questo stato può infatti semplicemente indicare un atteggiamento posturale scorretto dovuto da restrizioni di mobilità articolare, fasciale o viscerale che possono alterare il nostro schema posturale.

È UNA DEVIAZIONE LATERALE DEL RACHIDE DEL TUTTO RIDUCIBILE IN DECUBITO PRONO.

Può essere causato da:

• Dismetria degli arti inferiori

• Rigidità o attitudine viziata dell’anca

• Paralisi o contratture dei muscoli del tronco o del cingolo pelvico, del cingolo scapolare

SCOLIOSI STRUTTURATA:

La scoliosi è una forma di dismorfismo, una condizione patologica in cui vi è una o più deformazioni della colonna vertebrale nelle tre direzioni dello spazio, il quale si traduce con una deviazione laterale della colonna rispetto al piano longitudinale

LA SCOLIOSI STRUTTURATA È UNA DEVIAZIONE LATERALE DEL RACHIDE NON RIDUCIBILE IN DECUBITO PRONO E CHE MOSTRA UN EVOLUZIONE DURANTE L’ACCRESCIMENTO.

La scoliosi strutturata è caratterizzata da due componenti:

curva laterale (cuneizzazione vertebrale laterale-deformità dello speco vertebrale)

rotazione vertebrale ( i processi spinosi ruotano verso la concavità della curva; a livello toracico le coste del lato della convessità della curva vengono spinte in dietro con la conseguente formazione del gibbo costale posteriore, mentre quelle del lato della concavità si avvicinano tra loro potendo portare al gibbo anteriore; a livello lombare le vertebre ruotate creano salienze)

NELLA STRUTTURAZIONE DEL RACHIDE UN IMPORTANTE FUNZIONE HANNO I MUSCOLI PARAVERTEBRALI

Funzione dei muscoli paravertebrali

– Paravertebrali assiali hanno azione di postero-flessione come il trasverso spinale, ileo-costale, lunghissimo, multifido, semispinale, interspinale, spinale;

– Paravertebrali laterali hanno azione di latero-flessione come il intertrasversari, quadrato dei lombi, lunghissimo del torace, ileo-costale;

– Paravertebrali orizzontali hanno azione di rotazione come il rotatore breve, rotatore lungo del trasverso-spinale.

CLASSIFICAZIONE DELLA SCOLIOSI

  • NUMERO
  • LOCALIZZAZIONE
  • ANGOLAZIONE RADIOGRAFICA
  • EZIOLOGIA

NUMERO CURVATURE

– singole

– plurime (doppie, triple: curva primaria è quella che compare prima e/o di maggiore ampiezza; curve secondarie di compenso)

LOCALIZZAZIONE

– s. cervicali (apice curva tra C1-C6)

– s. cervico toraciche (C7-T1)

– s. toraciche (T1-T11)

– s. toraco-lombari (D12-L1)

– s. lombari (L2-L4)

– s. lombo-sacrali (L5-S1)

– cifo scoliosi

ANGOLAZIONE RADIOGRAFICA

1) 0°-20°

2) 21-30°

3) 31-50°                                                  gradi di COBB

4) 51-75°

5) 76-100°

6) 101-125°

7) oltre

EZIOLOGIA

– Scoliosi NON STRUTTURATE

– Scoliosi TRANSITORIE

– Scoliosi STRUTTURATE

scoliosi non strutturate:

  • atteggiamento scoliotico
  • s. secondaria a dismetria

scoliosi transitorie:

  • s. da lombosciatalgia
  • s. isterica
  • s. infiammatoria (appendicite, ascesso renale)

scoliosi strutturate: idiopatica:

  • infantile (0-3 aa)
  • giovanile (3-10aa)
  • adolescente (10 aa fino a maturità scheletrica)

DIAGNOSI

Nella diagnosi è necessario effettuare una corretta anamnesi del paziente, un approfondito esame obiettivo posturale e verificare gli esami strumentali effettuati.

ANAMNESI

– eventi patologici pre e post natali

– età di comparsa dei caratteri sessuali secondari

– interventi chirurgici

  • ESAME OBIETTIVO
  • ESAME RADIOGRAFICO

Svolto il tutto per il rachide in toto, con il paziente in ortostasi.

Nell’Esame obiettivo:

I segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce sono:

1. Asimmetria dei triangoli della taglia

2. Eventuale strapiombo

3. Gibbo Costale

4. Misurazione della lunghezza “apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)

Nell’Esame radiografico

L’esame radiografico è il metodo d’indagine strumentale maggiormente usato per una valutazione diagnostica, prognostica e per il controllo della progressione di una curva scoliotica.

Dell’esame radiologico scaturisce:

1. Grado di curvatura

2. L’entità della rotazione

3. Alterazioni morfologiche

4. Sede

5. Maturità ossea

6. Eterometrie AAII

Altre informazioni che si possono ottenere:

1. Esatta sede delle curve

2. Bending test (prova inclinazione laterale per valutazione tra scoliosi strutturata e atteggiamento scoliotico)

3. Misurazione angolare delle curve (metodo di Coob)

4. Misurazione rotazione vertebrale(metodo Nash&Moe)

5. Test di Risser

La progressione della scoliosi dipende da tre fattori

1. Età : tanto minore è l’età biologica del soggetto al momento della comparsa della curva, tanto maggiore è la potenzialità di aggravamento; una curva scoliotica ha maggiore potenzialità di aggravamento nel periodo di sviluppo puberale;

2. Sede della curva: le curve lombari hanno meno tendenza a progredire mentre le dorsali presentano una prognosi peggiore.

3. Grado di curvatura: > 40° intervento

Evoluzione delle scoliosi

  • Aggravamento tra 7 anni e 12 anni
  • Periodo più sensibile la pubertà
  • Stabilizzazione alla maturità ossea
  • Accentuazione modesta in gioventù e negli adulti
  • L’artrosi aggrava tardivamente le scoliosi
  • Alla chirurgia si ricorre per le curvature maggiori di 30°-40°

Progressione della scoliosi

• L’evoluzione della scoliosi idiopatica è spesso imprevedibile;

• Non bisogna sottovalutare curve anche lievi che possono diventare rapidamente progressive;

• L’osservazione periodica è l’unico strumento di controllo sull’evoluzione (3-6 mesi);

• Trattamento conservativo non sempre efficace.

TERAPIA

TRATTAMENTO CONSERVATIVO

– fkt (esercizio terapeutico-riabilitativo)

– corsetti e busti ortopedici

– gessi correttivi

TRATTAMENTO CHIRURGICO

– s. idiopatiche evolutive e resistenti

– presenza di dolore

– motivi estetici

– instabilità vertebrale

APPROCCIO OSTEOPATICO CHINESIOLOGICO ALLA SCOLIOSI

Nella scoliosi strutturata e nell’atteggiamento scoliotico l’approccio tramite il trattamento manuale osteopatico diviene di fondamentale importanza. L’osteopata attraverso le sue tecniche manuali riesce a mantenere un buon movimento articolare, fasciale e viscerale in base al paziente e al caso specifico, così da alleviare e/o risolvere il dolore. Importante è la collaborazione a stretto contatto con l’ortopedico per creare il giusto percorso terapeutico e riabilitativo caratterizzato anche da esercizi terapeutici volti al benessere del paziente.

L’esercizio terapeutico ha lo scopo di ridurre la curva scoliotica ed evitare un peggioramento della condizione, lavorando sulla muscolatura più giusta per la tonificazione, mantenendo la corretta postura; inoltre è utile nel paziente che indossa un corsetto per mantenere attiva la muscolatura “disattivata”.

Nel bambino, soprattutto durante il suo sviluppo, con un percorso osteopatico affiancato da esercizi terapeutici mirati, si può arrivare ad una regressione parziale o totale della curva scoliotica.